Al Ministro del Lavoro Senatrice Nunzia Catalfo
Al Presidente Dell’INPS Prof. Pasquale Tridico
Al Direttore Centrale Ammortizzatori Sociali Dott. Luca Sabatini
Gent.mi Tutti
sento il dovere, rappresentando un parterre di oltre mille aziende associate, di significare la necessità di un immediato e veloce Vostro intervento, al fine di chiarire moltissimi aspetti di ordine tecnico pratico afferenti le recenti norme emanate dal Governo in materia di ammortizzatori sociali.
Il momento è convulso e lo comprendo e certamente sarete Tutti fortemente impegnati in tante situazioni comunque connesse allo stato di emergenza da Coronavirus.
Ma le imprese, in questo momento vanno tutelate e va dato alle loro istanze il giusto quanto significativo peso anche per il ruolo determinante che le stesse dovranno svolgere in occasione della ripresa produttiva che ci auguriamo tutti avvenga a breve.
Le norme generali di diritto e di prassi amministrativa ci insegnano a leggere le innovazioni legislative sulla base anche dell'esperienza e della cultura specifica di base ma il tempo e questo tempo che viviamo, non può non indurci a considerare la unicità del momento ed a guardare all'impianto delineato dal Governo quale impianto derogatorio per un evento e per uno stato emergenziale che non ha eguali nella storia del mondo contemporaneo.
Nello specifico ci si riferisce in particolare all’utilizzo ed alla fruizione delle ferie maturate dai lavoratori, prima di avviare la loro collocazione in cassa integrazione dei prestatori di lavoro.
Un intervento forte e chiarificatore da parte di codesti Ill.mi destinatari potrebbe metter fine ad infinite “querelle” alle quali, purtroppo, sin dall'emanazione del Decreto stesso, siamo stati costretti ad assistere in occasione delle consultazioni sindacali a più livelli tenutesi.
Non posso non ritenere che un evento quale quello nefasto di cui parliamo, non possa entrare a far parte del novero della casistica per la quale è prevista la fruizione delle ferie in forma anticipata rispetto alla collocazione in cassa integrazione, interpretazione che se diversa da quella logico/giuridica afferente la natura dell'evento improvviso ed imprevisto e di stato di calamità naturale, darebbe luce, in questo momento ad un aggravarsi dello stato di illiquidita' delle imprese che già vivono una situazione economica che assolutamente non consentirebbe un accollo di costi, ancorché siano titoli facenti parte dei novero di quelli in godimento dei prestatori di lavoro.
Abbiamo fortemente apprezzato il grande senso di responsabilità per i contenuti del messaggio 1287 della giornata di ieri, sopratutto per aver sancito la non necessità della prova del requisito di illiquidità aziendale per l’utilizzo dell’istituto del pagamento diretto da parte dell’ente INPS nei casi di attivazione dell'ammortizzatore sociale.
L'anzidetto principio è assolutamente in linea con la assoluta gravità del momento che non può necessitare di una prova o di una condizione perché la condizione di tutti noi italiani è sotto gli occhi del mondo e non avrebbe avuto alcun senso, ed in questo ancor di più non possiamo che apprezzarne l'intervento chiarificatore, una diversa impostazione sul principio derogatorio sancito.
Ed in linea con quanto evidentemente sopra esplicitato giammai crederei che l’istituto delle ferie residue, maturate dal lavoratore, possa costituire digressione alle tante deroghe che, sia il Governo quanto l’ente INPS, hanno voluto fortemente sostanziare.
Ma vi è di più!
Nello stesso messaggio INPS di cui trattasi, si è ritenuto di inserire i datori di lavoro, destinatari della cassa integrazione straordinaria, tra quelli destinatari della frizione della cassa integrazione in deroga.
L’anzidetta posizione, le cui valutazioni potrebbero essere tedianti in questo contesto, aumenterebbe a dismisura le onerosità e gli impegni amministrativi quanto economici delle varie realtà regionali italiane oltre a relegare le predette aziende in un contesto che di certo alle stesse non appartiene.
Mi rivolgo infatti alle Sigg.rie Vs. Illustrissime, proprio al fine di correggere la predetta condizione, inserendo i predetti datori di lavoro nella casistica “dell’assegno ordinario nazionale”.
Quanto precede s’inserisce anche in una logica di semplificazione che oggi non può che essere il nostro ''leit motive'' per le tante aziende che hanno unità produttive distribuite su più regioni, con incombenze amministrative che, inevitabilmente e vi è più in questo momento, non corrisponderebbero alla coerente logica della semplificazione che lo stesso Governo ha voluto sancire con il varo delle straordinarie misure adottate con il Decreto ''Cura Italia''.
L’anzidetta semplificazione non può che tradursi e riverberarsi anche in termini di presentazione delle istanze aziendali, Vi è più nei casi di aziende con accentramento contributivo che si vedrebbero costrette, per l’attuale logica e prassi amministrativa dell'INPS, a dover inoltrare innumerevoli istanze per le varie unità produttive, condizione che potrebbe essere fortemente semplificata, merce’ la coniazione di un modulo telematico ricomprendente tutte le unità produttive ancorché con la puntuale indicazione ed elencazione delle stesse all’interno di un’unica istanza, notizie per altro già note all'ente di previdenza.
Altro aspetto di non minore rilevanza è quello riferito alla diversificazione creata in ordine alla sospensione degli obblighi di versamento dei contributi e dei premi assicurativi tra aziende con fatturato superiore od inferiore ai 2 milioni di euro riferite al decorso esercizio 2019.
La predetta differenziazione non può ritenersi accettabile in un momento così convulso e tanto delicato per la ns economia e per le ns imprese.
Far mancare iniezioni di liquidità importanti a talune imprese che, ancorché definite più importanti o ritenute tali con il Decreto in argomento, significherebbe costringere le stesse ad aggiungere ulteriori ed importanti sacrifici che di certo peserebbero in maniera esponenziale all'indomani della ripresa che tutti ci auguriamo possa avviarsi presto e nel cui spirito, QUESTE imprese, come tutte, dovranno far ripartire la macchina economica assicurando posti di lavoro e gettito di danaro alle Casse dello Stato!
Non posso che ringraziare anticipatamente per l’attenzione che vorrete dedicare alle richieste qui formulate, richieste tutte che, ripeto, vanno unicamente nella direzione di uno snellimento delle attività delle aziende e dei relativi intermediari in tal senso autorizzati e soprattutto ritengo s'inseriscano, in una logica anche giuridica tendente alla salvaguardia dell'occupazione ed alla reale e concreta copertura di tutte le aziende e di tutti i lavoratori, non solo in questo momento tragico ma anche al di fuori del perimetro nell'unica e concreta ottica di superamento dello stato emergenziale, con sacrifici per tutti ma con un intento di socialità che non può non considerare le imprese e TUTTE le imprese, quale motore e forza assoluta della nostra economia.
Con viva cordialità,
Nino Carmine Cafasso
Giuslavorista, Consulente del lavoro e Presidente AIS (Associazione Imprese di Servizi)